Comitato Regionale

Emilia-Romagna

In circuito con la Uisp

Intervista a Giancarlo Ponti del Coordinamento automobilismo dell'Emilia-Romagna

Una rassegna automobilistica Uispdi Mario Reginna


da Area Uisp n. 14

I mezzi a quattro ruote di cui quotidianamente ci serviamo nei nostri spostamenti accumulano con il tempo migliaia di km, percorsi per lo più lungo tragitti circolari. Se si prova a cambiare questa prospettiva, quelli che in gergo comune chiamiamo movimenti o spostamenti divengono allora viaggi, quando quella circolarità viene sciolta e allungata in linea retta. Meglio ancora se poi si prova a cambiare anche lo sfondo su cui ci si muove, passando dalle città alle statali appenniniche per arrivare poi anche nei sentieri di montagna o nelle piste. È di simili spostamenti su quattro ruote che abbiamo parlato con Giancarlo Ponti, responsabile del Coordinamento automobilismo della Uisp Emilia-Romagna.

Giancarlo, proviamo innanzitutto a inquadrare la proposta sportiva del vostro Coordinamento sul territorio regionale?
"Siamo presenti con le nostre attività su tutti i settori che riguardano le quattro ruote, eccezion fatta per il solo rally che abbiamo deciso di escludere trattandosi di una disciplina che espone i piloti a troppi rischi. Tramite le nostre società sportive proponiamo invece attività come la gimkana, lo slalom, la formula challenger, i raduni di auto storiche e l'attività escursionistica su fuoristrada. Recentemente abbiamo avviato la nostra attività anche con i kart e i camper sport, questi ultimi per ampliare in particolare la proposta di attività ricreativa e partecipazione a diverse manifestazioni sportive e non cui prendiamo parte anche come pubblico".

Quali altri tipi di attività connesse al viaggio sono presenti tra le vostre proposte?
"Proprio il settore dei raduni storici rappresenta il fulcro in questo senso. Eventi simili sono strutturati in genere con appuntamenti in luoghi naturali e storici della nostra regione. Dal punto di ritrovo si parte poi con piccole gite nel circondario e tutta l'attività è centrata innanzitutto sulla socializzazione e sulla scoperta dei luoghi più interessanti del territorio. Potremmo considerare come legate al viaggio anche le cosiddette 'gare di regolarità', esclusivamente basate sulla tecnica di guida, in cui una zona viene attraversata diverse volte prendendo i tempi dei passaggi dei partecipanti".

Recentemente, nel mese di maggio, l'Emilia-Romagna è stata interessata dal passaggio della "Mille miglia". Questa manifestazione ha visto anche un vostro coinvolgimento?
"Come Coordinamento automobilismo abbiamo dato il nostro contributo come commissari di percorso, ovvero le persone addette alla chiusura delle strade e alla sicurezza del percorso che in qualche modo sostituiscono o aiutano la polizia stradale e municipale in queste manifestazioni. Per quanto riguarda invece il coinvolgimento diretto nella gara delle nostre società, direi che questo non è stato e non sarebbe possibile. Infatti la Mille Miglia ha dei costi troppi alti, troppo al di sopra del livello medio di spesa con cui noi organizziamo la nostra attività. La nostra prerogativa infatti è mantenere basso il costo per la partecipazione alle manifestazioni Uisp".

Ecco, i costi. Come riuscite a coniugare la promozione dello sportpertutti a un'attività come l'automobilismo che per sua natura comporta un alto dispendio economico?
"Partiamo dal presupposto che la partecipazione alle nostre manifestazioni deve essere sempre in sicurezza. Date le necessarie modifiche che chiediamo per garantire l'incolumità dei partecipanti, non proponiamo mai eventi che necessitino di particolari elaborazioni dei mezzi. In linea di massima, il costo massimo per un mezzo che possa avere accesso a una manifestazione automobilistica Uisp è di 5 mila euro. Poi conteniamo i costi anche sulle iscrizioni, che sono pari a sei volte meno rispetto alle attività della federazione".

E come vi regolate invece per quel che riguarda i consumi e la tutela dell'ambiente? Ammetterai che il vostro sport si espone da questo punto di vista a numerose critiche.
"Noi abbiamo risolto da diversi anni questa contraddizione insita nel promuovere l'automobilismo all'interno di un'associazione ambientalista. Lo abbiamo fatto imponendo in tutte le nostre gare l'uso di carburanti che derivano dalla distillazione di cereali, di barbabietola da zucchero o di semi di girasole e privi di qualsiasi tipo di additivi. Si tratta di prodotti che costano moltissimo, all'incirca tre euro e 50 al litro, specie in Italia dove mancano aziende capaci di produrre questo carburante a costi accettabili. Il livello delle prestazioni e la durata delle nostre manifestazioni permette però di completare una gara consumando meno di dieci litri di carburante. Con le innovazioni degli ultimi tempi abbiamo dovuto aprire ad altre discipline che per ora non hanno ancora adottato l'uso di questi carburanti naturali, ma speriamo in breve tempo di tornare al cento per cento all'uso di questo prodotto".

Che tipi di innovazioni dell'attività sono presenti nella vostra proposta sportiva per i soci Uisp?
"Al momento stiamo sviluppando una specie di Formula 1 con auto a motore esclusivamente elettrico. Siamo quasi pronti per mettere in circuito questi mezzi e attendiamo solo dei finanziamenti che ci permettano di coprire il restante 20 per cento di percorso per raggiungere questo traguardo. Qui gli investimenti si fanno importanti, perché i costi sono legati all'uso di batterie al litio che vengono importate principalmente dal Giappone. Speriamo che il recente intervento della Germania in questo mercato possa determinare una riduzione dei costi. Comunque, di questa iniziativa siamo molto soddisfatti, anche per il contributo allo sviluppo e alla ricerca che abbiamo fornito collaborando con l'università di Bologna. Sta poi prendendo piede anche il settore dell'accelerazione, uno di quelli in cui ancora si usano benzine speciali con additivi chimici che noi vogliamo abolire e sostituire con i nostri carburanti".

Tra le varie proposte, sono presenti anche attività di educazione stradale e alla guida sicura?
"Certo. Lavoriamo molto insegnando ai giovani il codice della strada e le caratteristiche tecniche del mezzo. Sul piano nazionale collaboriamo assieme alla Polizia stradale di Arezzo, Alessandria, Rovigo e Bologna. Spesso allestiamo nelle piazze speciali percorsi per fare formazione ai più piccoli. A Reggio Emilia, assieme all'autoscuola Gatti, abbiamo dato vita a un percorso per la formazione alla guida sicura. Su questo tracciato creiamo anche la nebbia artificiale e improvvisi temporali per insegnare ai più giovani come ci si deve comportare in situazioni di pericolo e in caso di acqua-planning. Andiamo anche nelle scuole per spiegare ai bambini delle elementari il comportamento da tenere in bicicletta sulle strade pubbliche. Infine, abbiamo una scuola del fuoristrada molto importante, con istruttori riconosciuti che fanno lezione di guida su percorsi sconnessi, usando il 4x4, ad operatori della Croce Rossa, dell'Eni e della Polizia locale".

E per quanto riguarda invece la formazione dei vostri operatori?
"I formatori emiliano-romagnoli sono in tutto otto, i più esperti del nostro Coordinamento. Con loro, partiamo innanzitutto nel trasferire ai giovani la profonda conoscenza di ogni mezzo con cui devono operare, concentrandoci anche sulle differenze meccaniche che intercorrono tra i mezzi nuovi e quelli vecchi. Siamo poi spesso a contatto con ingegneri che lavorano quotidianamente nel campo dell'automobile con i quali ci aggiorniamo periodicamente sulle innovazioni in termini di sicurezza ed ai quali in cambio forniamo idee per le innovazioni che derivano anche dalle nostre manifestazioni".

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